Grazie Anna!
Chi è maestro nell'arte del vivere fa poca distinzione tra il proprio lavoro ed il proprio gioco, la propria fatica ed il proprio divertimento, la propria mente ed il proprio corpo, il proprio studio ed il proprio svago, il proprio amore e la propria religione.
Quasi non sa quale sia dei due.
Persegue il proprio ideale di eccellenza in tutto quello che fa, lasciando agli altri decidere se stia lavorando o giocando.
Ai suoi occhi, lui sta sempre facendo entrambi.
[Da un antico testo buddista]
Leggendo recentemente un’intervista fatta a Naif (trattasi di quella pubblicata dallo scrittore Claudio Morandini sul suo blog “Iperboli, ellissi” in data 11/02/11) sono stata colpita da questa frase a proposito del suo metodo di lavoro: “Raccolgo continuamente immagini, frasi, descrizioni, atteggiamenti, melodie, passaggi armonici, ritmi e me li appunto.” in quanto riassume l'idea che ho da sempre dell'Artista (sì, con la “a” maiuscola) una persona che vive in una continua osmosi con ciò che la circonda e riesce a trasformare le sue esperienze in qualcosa di artistico sia esso poesia, musica, pittura…di qui il parallelismo con il detto buddista che ho riportato come incipit.
Nel corso della chiacchierata con Morandini, Naif dice anche di se stessa di essere sempre in metamorfosi, nel bene e nel male, dunque simile alle sue canzoni. “Mi piace allontanarmi, perdermi e poi ritornare. Sono una zingara della composizione e credo che il mio continuo vagare mi abbia reso in esperienza…” . Per quel pochissimo che conosco di Christine (i miei incontri con lei si limitano a tre – tutti casuali ma “destinati”- e non per assistere ad un concerto tutto suo (sigh! Mi auguro di rimediare al più presto!) mi permetto di associarle un’immagine,

Anna M.
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