Sabato 01/12/2007 Holiday Cafè GOZZANO (NO)
…umile cronaca di una serata in compagnia di Naif…
Un qualunque sabato di “provincia” presuppone una tediosa ricerca verso qualcosa che ti catapulti fuori dal grigio alcolismo postadolescenziale…..e una buona dose di live music è quello che ci vuole per “fuggire” senza danni.
Entriamo all’ Holiday che, purtroppo, i Deshine (gruppo alternative-rock locale con voce femminile) stanno eseguendo gli ultimi pezzi ed aspettiamo gli headliner della serata con un nome così fascinoso….. NAIF.
Sinceramente attendo prevenuto l’esibizione, vista la grande presentazione del gestore del locale e la mia ignoranza nei confronti dei tre personaggi che armeggiano con computers e “futuristiche macchine sonore”….scorgo una chitarra elettrica, un basso ed una chitarra acustica ma l’assenza di batteria ed amplificatore, essendo un musicista rock, mi mette a disagio.
Incuriosito seguo i movimenti della fanciulla col capo incoronato da dreadlock e lo sguardo sognante, ignaro di quello che succederà di lì a breve…..considerato che le mie conoscenze sulla musica elettronica si fermano a Chemical Brothers, Crystal Method, Prodigy e le sperimentazioni di Mike Patton….non sono certo che comprenderò a pieno la serata.
Beh….la musica comincia……ed entra in scena, vestita come un’ extraterrestre appena sbarcata sulla terra, una sirena dai modi gentili ma inusuali; un angelo delirante dotato di capacità canore che vanno ben al di sopra della normale concezione del canto e delle umane possibilità. Ad accompagnarla 2 “personaggi” che creano un sottofondo omogeneo, sintetico e pulsante; fatto di basi, tastiere, una chitarra dai suoni sintetici e taglienti, aritmie e movimenti a scatto d’adrenalina dipinti.
Non è un concerto, è un viaggio interplanetario cullato dalla dolcezza di una voce che diventa strumento e da suoni che diventano cibernetici unicorni fiammeggianti intrisi di passioni e sentimenti…..non si tratta di tecnica o tecnologia fine a se stessa o eccelsa bravura da decantare all’industria discografica….si tratta di arte, pura nel suo essere tecnologica e di contrasto nella capacità quasi fanciullesca di smuovere sensazioni e stati d’animo.
Resto colpito dalla semplicità con cui Naif si destreggia tra voce, tastiere, chitarra acustica e basso con il quale, ad un tratto, accarezza un “solo” che farebbe invidia a tanti componenti di gruppi famosi ma con scarsa attitudine artistica che riempiono di nulla il nostro panorama musicale. L’utilizzo di effetti sulla voce, di 3 microfoni e dell’effetto “loop” con il quale manda in ripetizione un fraseggio per poi cantarci sopra un’altra melodia creando un coro mi fa venire in mente Mike Patton, alle prese con le sue sperimentali, funamboliche esperienze, senza però la rabbia che ogni tanto di lui s’impossessa....
Chiaramente non è esperienza per tutti (sono sicuro, però, che tale è l’intensità da non dare fastidio neppure agli “allergici” del genere) ….bisogna essere dotati di una certa apertura mentale e sensibilità per cogliere a pieno le sfumature e non far scivolare la musica come sottofondo ad una serata tra amici……. non ci sono chitarre rock (anzi, a volte la chitarra si confonde con il tutto sparendo dal suo ruolo di strumento a sé o solista), aperture violente, assoli di batteria ipertecnici e capelloni che sudano e si dimenano (cose che di solito apprezzo)….c’è un progetto, ci sono artisti e sensazioni………. una gran scoperta, un vero pezzo del panorama alternativo che certo mi porterà ad approfondirne la conoscenza ed a tenere sotto controllo il sito per poter partecipare ad un’altra elettronica danza delle emozioni.
…umile cronaca di una serata in compagnia di Naif…
Un qualunque sabato di “provincia” presuppone una tediosa ricerca verso qualcosa che ti catapulti fuori dal grigio alcolismo postadolescenziale…..e una buona dose di live music è quello che ci vuole per “fuggire” senza danni.
Entriamo all’ Holiday che, purtroppo, i Deshine (gruppo alternative-rock locale con voce femminile) stanno eseguendo gli ultimi pezzi ed aspettiamo gli headliner della serata con un nome così fascinoso….. NAIF.
Sinceramente attendo prevenuto l’esibizione, vista la grande presentazione del gestore del locale e la mia ignoranza nei confronti dei tre personaggi che armeggiano con computers e “futuristiche macchine sonore”….scorgo una chitarra elettrica, un basso ed una chitarra acustica ma l’assenza di batteria ed amplificatore, essendo un musicista rock, mi mette a disagio.
Incuriosito seguo i movimenti della fanciulla col capo incoronato da dreadlock e lo sguardo sognante, ignaro di quello che succederà di lì a breve…..considerato che le mie conoscenze sulla musica elettronica si fermano a Chemical Brothers, Crystal Method, Prodigy e le sperimentazioni di Mike Patton….non sono certo che comprenderò a pieno la serata.
Beh….la musica comincia……ed entra in scena, vestita come un’ extraterrestre appena sbarcata sulla terra, una sirena dai modi gentili ma inusuali; un angelo delirante dotato di capacità canore che vanno ben al di sopra della normale concezione del canto e delle umane possibilità. Ad accompagnarla 2 “personaggi” che creano un sottofondo omogeneo, sintetico e pulsante; fatto di basi, tastiere, una chitarra dai suoni sintetici e taglienti, aritmie e movimenti a scatto d’adrenalina dipinti.
Non è un concerto, è un viaggio interplanetario cullato dalla dolcezza di una voce che diventa strumento e da suoni che diventano cibernetici unicorni fiammeggianti intrisi di passioni e sentimenti…..non si tratta di tecnica o tecnologia fine a se stessa o eccelsa bravura da decantare all’industria discografica….si tratta di arte, pura nel suo essere tecnologica e di contrasto nella capacità quasi fanciullesca di smuovere sensazioni e stati d’animo.
Resto colpito dalla semplicità con cui Naif si destreggia tra voce, tastiere, chitarra acustica e basso con il quale, ad un tratto, accarezza un “solo” che farebbe invidia a tanti componenti di gruppi famosi ma con scarsa attitudine artistica che riempiono di nulla il nostro panorama musicale. L’utilizzo di effetti sulla voce, di 3 microfoni e dell’effetto “loop” con il quale manda in ripetizione un fraseggio per poi cantarci sopra un’altra melodia creando un coro mi fa venire in mente Mike Patton, alle prese con le sue sperimentali, funamboliche esperienze, senza però la rabbia che ogni tanto di lui s’impossessa....
Chiaramente non è esperienza per tutti (sono sicuro, però, che tale è l’intensità da non dare fastidio neppure agli “allergici” del genere) ….bisogna essere dotati di una certa apertura mentale e sensibilità per cogliere a pieno le sfumature e non far scivolare la musica come sottofondo ad una serata tra amici……. non ci sono chitarre rock (anzi, a volte la chitarra si confonde con il tutto sparendo dal suo ruolo di strumento a sé o solista), aperture violente, assoli di batteria ipertecnici e capelloni che sudano e si dimenano (cose che di solito apprezzo)….c’è un progetto, ci sono artisti e sensazioni………. una gran scoperta, un vero pezzo del panorama alternativo che certo mi porterà ad approfondirne la conoscenza ed a tenere sotto controllo il sito per poter partecipare ad un’altra elettronica danza delle emozioni.
Vorrei personalmente ringraziare Il Maio per la disponibilità... per la cortesia... la cortesia di un uomo di musica che ascolta con l'umiltà di chi ha competenza e passione da vendere e non possiede verità assolute conscio che la buona musica non ha genere, ma solo anima e cuore ... quelle che lui stesso mette nel comporre i suoi pezzi.
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